sabato 17 settembre 2016

UN'ARTISTA E UN'ARTE CON TUTTA L'ANIMA

Cari Amici,
è settembre: le vacanze sono finite da un po', sono arrivate le prime piogge e a noi non resta che condividere qualche bel ricordo del mese scorso quando magari, in riva al mare, sorseggiavamo il nostro freddissimo drink. Devo dirvi che nonostante i calamitosi pronostici di quest'anno bisesto e funesto, le ferie sono andate meglio del previsto. Proprio mentre trascorrevo le mie giornate oziando impunemente sulla mia isola preferita, ecco che un nuovo e simpatico incontro ha mutato la storia della vagabonvilleggiatura. Hiroko Nagase è giapponese, vive in Italia da tantissimi anni e lavora con abilità e sapienza la ceramica.
Hiroko Nagase nella sua casa di Procida

venerdì 8 luglio 2016

UNA SERATA CON DIDÌ (DEE DEE BRIDGEWATER)

Cari Amici,
abbiamo da pochissimo oltrepassato la metà dell'anno in corso e più l'estate 2016 entra nel vivo, più sento che questa è la stagione del jazz. Sarà che ultimamente comunicati stampa e inviti a tema m'arrivano a valanga, sarà che a volte ci si accorge improvvisamente e inspiegabilmente di cose sempre esistite, fatto sta che il jazz m'insegue e qualche volta m'acchiappa. Come una decina di giorni fa, quando ho avuto un incontro ravvicinato con una delle rappresentanti più rappresentative del genere: la cantante statunitense Dee Dee Bridgewater.
Prima del concerto

mercoledì 22 giugno 2016

SALUTI DA UNA CITTÀ ANCORA DA SCOPRIRE

Cari Amici,
poche cose sulla faccia del pianeta Terra hanno fascino da vendere come i siti archeologici. Più si presentano trascurati, poi, più viene voglia d'indagare. Stavolta la vostra Teresita si è trovata alle prese con delle pietre davvero accattivanti, sebbene un po' dimenticate. Con la sua pala immaginaria ha scavato nella storia inimmaginata di una tranquilla cittadina sul mar Ligure ed è rimasta esterefatta davanti alla ricchezza di una civiltà che ebbe a che fare con diversi popoli fino ad arrendersi ai Romani. Il nostro tour parte da un cavalcavia, da un treno sempre in ritardo e da un diminutivo pressoché impronunciabile: Albintimilium.
Antico teatro di Albintimilium

lunedì 23 maggio 2016

UNA CRIPTA MOLTO "SIMBOLICA"

Cari Amici,
eccomi di nuovo a voi per raccontarvi l'ultima tappa della mia domenica molisana, assieme alle altre due Terese. Dopo il castello di Civitacampomarano e il santuario della Madonna col sorriso, abbiamo voluto visitare il gioiello nascosto della Diocesi di Trivento: la cripta di San Casto nella cattedrale della città. Per raggiungere la suddetta chiesa abbiamo dovuto allacciare bene le scarpe e salire su per la scalinata di San Nicola che dalla piazza della Fontana Monumentale conduce alla parte più alta del paese. Si tratta di 365 gradini, uno per ogni giorno dell'anno, ed è stato divertente immortalarsi in una foto sullo scalino del proprio compleanno. A quota 234 siamo arrivate nella piazza della chiesa madre, consacrata nel 1076.

La cripta della cattedrale di Trivento

sabato 14 maggio 2016

UN VIAGGETTO COL SORRISO... DELLA MADONNA

Cari Amici,
"cuor contento il Ciel l'aiuta", dice il proverbio e se per caso, per una qualche ragione, aveste perso il sorriso, lasciate che vi indirizzi verso una meta dove sicuramente lo ritroverete: un luogo con tanto verde e tanta pace che ha fatto tornare l'allegria persino alla Madonna. Vi sto parlando del bellissimo santuario di S. Maria di Canneto, a pochi chilometri dal paesino di Roccavivara (CB) e a dieci passi (contati) dal fiume Trigno. Disillusi e dubbiosi? Come sempre vi invito a provare per credere.

Il santuario di Roccavivara

mercoledì 11 maggio 2016

SOPRA, SOTTO E UN CASTELLO IN MEZZO

Cari Amici,
dove c'è un castello è sempre festa per Teresita. In diverse occasioni e con estremo piacere ho potuto parlarvi di manieri e fortezze dando sfogo a una delle mie più grandi passioni: vagabonviaggiare nella storia introducendomi in antiche e segrete stanze. Oggi ne avrò di nuovo l'onore portandovi con me a Civitacampomarano (CB) dove, grazie alla nostra bravissima guida di nome Luciana, impareremo di tutto e di più sull'imponente castello angioino che per secoli ha letteralmente spaccato in due la cittadina. Il borgo, infatti, era diviso in Civita di Sopra e Civita di Sotto fino a quando, nel 1795, l'ira funesta degli abitanti costrinse il feudatario a riempire il fossato e a costruire una strada di comunicazione.  

Il castello di Civitacampomarano

giovedì 5 maggio 2016

UNA DOMENICA MOLISANA

Cari Amici,
la primavera quando arriva, arriva. Anche se a volte capita che un po' di pioggia ti guasti la festa, poi finisci sempre per beccare la bella giornata e siccome le fortune non giungono mai da sole, all'improvviso un compleanno, una gita e un pic nic all'aperto rialzano le sorti di una sonnolenta domenica di metà aprile. L'itinerario è presto fatto: per noi pugliesi di frontiera, il piccolo Molise è una meta facilmente raggiungibile che offre un panorama artistico e paesaggistico davvero degno d'attenzione. Munita di ogni genere di viveri e attrezzature per il pranzo sul prato, la triade omonima, io e altre due Terese, ha puntato dritto sui piccoli borghi dell'interno rimanendo entusiasta delle belle scoperte che vi si possono fare.
Paesaggio molisano

mercoledì 4 maggio 2016

LA CAVALCATA DEGLI ANGELI

Cari Amici,
tutti quanti abbiamo un angelo, cantava Ron, e anch'io per fortuna ho trovato il mio. Chissà però in quanti sono, effettivamente, gli angeli. Per farmene più o meno un'idea, nell'ultimo venerdì di aprile sono approdata al Santuario della Madonna Incoronata di Foggia dove ogni anno angeli e angioletti si danno appuntamento per una caratteristica cavalcata. La visione è stata celestiale...
La Cavalcata degli Angeli all'Incoronata di Foggia

martedì 12 aprile 2016

LA PRIMAVERA DELLE CARRESI

Cari Amici,
Copertina della rivista
è primavera, finalmente. Dopo il torpore invernale, la natura è tornata a fiorire e uomini e animali celebrano insieme il tempo della rinascita. In questo clima di ritrovata vitalità, le carresi, competizioni tra carretti trainati da buoi, rievocano gli straordinari eventi che, secoli or sono, hanno elevato un santo al rango di speciale protettore del villaggio. Tali manifestazioni affondano le loro radici nella devozione popolare di cui sono l’espressione più intensa. La fede, diventata rito, si è tramutata presto in passione e da allora sostiene tutto un patrimonio morale, religioso e culturale.
Scrive Giuseppe De Virgilio nel suo contributo al libro “Le traslazioni dei Santi. Le carresi” (CN, 2014):‹‹La tradizione rituale dell’accompagnamento dell’arca mediante carri trainati da animali ci aiuta a cogliere la valenza religiosa e cultica dell’impiego dei carri per la traslazione delle reliquie dei santi. Si tratta di una tradizione che trae le sue origini non solo dall’ambiente agricolo e socio-culturale del tempo, ma dalla memoria biblica e dalla sua rielaborazione liturgico-rituale sviluppatasi nel corso dei secoli››.
Con queste premesse ci accingiamo a percorrere vecchie strade statali e provinciali che collegano gli unici quattro paesini in tutta Italia, uno pugliese e tre molisani, in cui si tiene la tradizionale corsa dei buoi: Chieuti (FG), San Martino in Pensilis, Ururi e Portocannone in provincia di Campobasso. Daremo quindi un rapido sguardo alla carrese “fiorita” di Larino (CB), la più rappresentativa di quelle non competitive diffuse un po’ in tutto il Molise.
Ci sono le storie e le leggende, le testimonianze di chi, in prima persona, continua a mantenere in vita la tradizione. Grazie ad esse cercheremo di entrare più profondamente nei meccanismi della corsa per capirne gli aspetti tecnici e le ragioni.
Qualcuno ha detto che una storia non esiste se non viene raccontata. Quella che leggerete è semplicemente la carrese: più di una gara e anche di una storia…


Andare è la rivista a carattere monografico del blog I VagabonViaggi di Teresita
Per la lettura integrale di questo numero cliccare sul seguente link
APRILE 2016

martedì 15 dicembre 2015

PASSEGGIATA NOTTURNA IN VAL NERVIA

Cari Amici,
da nord a sud e da sud a nord tutto il mondo è paese e siccome il Natale s'appressa ogni paese si trasforma in presepe. Basta scostarsi un po' dalla grande città per scoprire angoli minuti e sentirsi proprio come i pastori vicino alla grotta del Bambinello. Conoscevo la Liguria per Sanremo e il suo Festival della Canzone Italiana, ma la passione per la scoperta mi ha portata oltre, verso viuzze in salita e localini reconditi dove si preparano ricette della tradizione oramai quasi introvabili. Galeotta fu una rimpatriata familiare e questa che staremo per fare è una bella passeggiata nella valle percorsa dal torrente Nervia.
Veduta di Dolceacqua

giovedì 5 novembre 2015

UN CASTELLO TUTTO DIPINTO

Cari Amici,
viaggiando viaggiando, vagabondando vagabondando, prima o poi inevitabilmente ci si perde. Basta una svolta sbagliata a un bivio sbagliato che i programmi saltano e i nervi pure. Inutile però prendersela con il navigatore o con chi ha letto a rovescio la mappa: con un po' di fortuna e spirito d'avventura si può sempre rimediare. La mia fortuna, questa volta, è stata di trovarmi sul confine tra Molise e Puglia, nei pressi del tratturo Castel di Sangro-Lucera dove un tempo passavano i pastori della transumanza e i pellegrini devoti di San Michele diretti sul Gargano. Poco lontano c'è il piccolo paese di Gambatesa il cui castello, avevo sempre sentito dire, è un vero gioiellino. Pazienza per l'itinerario che avevo organizzato ma, giacché mi sono ritrovata qui, io questo maniero dovevo assolutamente vederlo con i miei occhi!

Castello di Gambatesa

lunedì 21 settembre 2015

SETTEMBRE SULLE ORME DEI PELLEGRINI SANTIMICHELARI DEL MONTE GARGANO

Cari Amici,
Copertina della rivista
non l’avremmo mai detto, ma sembra proprio che le nuove frontiere del viaggio siano i cammini. Già, i moderni viaggiatori sono tornati ad allacciarsi gli scarponi e ad affrontare chilometri di strade, incuranti dei disagi e della stanchezza, sempre più attratti dal tragitto piuttosto che dalla meta. È un modo diverso di partire e di arrivare, gustando con lentezza quello che c’è nel mezzo, dettato dalla primaria necessità di stabilire un contatto con i luoghi, di toccarli ed esserne toccati.  L’Italia e il mondo sono pieni di itinerari più o meno lunghi e spesso si tratta di vie attraversate dai pellegrini per ragioni spirituali.
In questo numero d’esordio della rivista dei “Vagabonviaggi di Teresita” ci metteremo sulle tracce dei romei santimichelari del Monte Gargano verso la grotta che l’Arcangelo Michele stesso consacrò come sua dimora. Ogni anno, la sera del 28 settembre, vigilia della festa, centinaia di persone intraprendono a piedi un percorso votivo e penitenziale partendo dai quattro punti cardinali. 
Il tratto da  ovest, quello da San Marco in Lamis a Monte Sant’Angelo, si snoda attraverso la Via Sacra Langobardorum tra i massi, la fitta vegetazione e i liberi pascoli della montagna. I pellegrini impiegano circa dieci ore per giungere a destinazione scandendo il loro cammino con riti e preghiere. Procedono alla volta della Celeste Basilica come testimoni di pace in comunione fraterna con i compagni di viaggio, unione spirituale con chi non è in grado di compiere il cammino e amorevole ricordo di tutti coloro che hanno concluso il proprio pellegrinaggio terreno.
La strada della devozione è costellata di cappelle campestri, chiese e abbazie che da secoli offrono ristoro alle fatiche dei devoti e che conservano intatte le testimonianze di una cultura millenaria. In un paesaggio ancora in buona parte incontaminato, si ergono le abbazie di San Matteo e Santa Maria di Pulsano, fieri baluardi della storia e della religiosità garganiche. All’interno delle loro mura, archivi, biblioteche, musei e laboratori mantengono viva l’atmosfera antica delle comunità monastiche, dedite al culto, agli studi e alle attività pratiche, e allo stesso tempo custodiscono l’identità del territorio.
Camminare da pellegrini con i pellegrini, raccontarsi a vicenda storie di vita e di fede, passare per gli stessi sentieri dove personaggi importanti e santi uomini sono passati, portare con sé solo il minimo indispensabile, staccarsi a poco a poco da una dimensione ordinaria per assurgere a una extra-ordinaria, varcare la soglia di un luogo “terribile” sono esperienze che accomunano sempre più persone in cerca di  altro. In una società materialista che poco o nulla ha da offrire ai desideri dell’anima, il pellegrinaggio abbraccia la persona nella sua totalità, comprendendo i suoi bisogni umani e spirituali. 
‹‹Se vuoi la pace, prepara la pace››, amava ripetere il compianto Gabriele Tardio, teologo e sostenitore dei Cammini di San Michele. Lui aveva visto la possibilità di costruirla mettendosi in marcia per l’impervio Gargano, tanti oggi raccolgono la sua eredità “leggendo anche con i piedi” quella che in definitiva è la loro stessa storia.


Andare è la rivista a carattere monografico del blog I VagabonViaggi di Teresita
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