venerdì 8 luglio 2016

UNA SERATA CON DIDÌ (DEE DEE BRIDGEWATER)

Cari Amici,
abbiamo da pochissimo oltrepassato la metà dell'anno in corso e più l'estate 2016 entra nel vivo, più sento che questa è la stagione del jazz. Sarà che ultimamente comunicati stampa e inviti a tema m'arrivano a valanga, sarà che a volte ci si accorge improvvisamente e inspiegabilmente di cose sempre esistite, fatto sta che il jazz m'insegue e qualche volta m'acchiappa. Come una decina di giorni fa, quando ho avuto un incontro ravvicinato con una delle rappresentanti più rappresentative del genere: la cantante statunitense Dee Dee Bridgewater.
Prima del concerto
Il suo concerto ha avuto luogo a fine giugno a Foggia, organizzato dal Teatro "Umberto Giordano" in collaborazione con il Moody Jazz Cafè, nell'ambito della rassegna "Giordano in Jazz - Summer Edition 2016" che chiuderà i battenti il prossimo 12 luglio. Ci tengo a dire che noi spettatori non abbiamo sborsato un solo euro (che belli i regali delle istituzioni alla cittadinanza!), ma in cambio ci è stato chiesto di fare i bravi e di stare in silenzio, dato che si era in piazza e la confusione non avrebbe giovato all'ascolto.
Dee Dee Bridgewater in concerto
Inutile che stia qui a cercare di descrivere l'immensità della sua performance. Accompagnata dai fiati, tutti pugliesi, della Forma Jazz Orchestra diretta dal sassofonista Gaetano Partipilo e coadiuvata dal pianoforte di Mario Rossini, dal contrabbasso di Luca Alemanno e dalla batteria di Mimmo Campanale, la nostra grintosa Dee Dee ci ha deliziati con alcuni pezzi di Ella Fitzgerald (Mr. Paganini, Undecided) e Billie Holiday (God Bless the Child, Fine and Mellow), riservandosi un fantastico Thelonious Monk (Blue Monk) per il finale.
Dee Dee Bridgewater in concerto
Dee Dee Bridgewater in concertoDee Dee Bridgewater in concerto
Senza alcuna ombra di dubbio è un'artista all'altezza della sua fama: siamo letteralmente rabbrividiti davanti alla sua capacità di eseguire la scat, la forma di canto jazz in cui le parole vengono sostituite da sillabe senza senso oppure si imitano i suoni degli strumenti musicali. Tutto il concerto è stato un appassionato dialogo con i musicisti e con il pubblico. Sul palco c'era una donna, come dire, "presente", senza sovrastrutture, dalla quale forse ci saremmo aspettati un cambio d'abito, qualcosa che facesse più scena di un vestitino da pomeriggio. E invece no. Dopo il check sound l'abbiamo ritrovata come se fossimo andati a bussare all'improvviso alla sua porta e lei ci avesse aperto col sorriso, con la sua semplicità.
Dee Dee Bridgewater in concerto
Dee Dee Bridgewater in concerto
Ho cominciato a osservarla già prima dell'esibizione ufficiale, approfittando del mio pass da giornalista. È arrivata in una mise informale, con una borsa piena di carte e spartiti in una mano e un trasportino con annesso servizio di ciotole per il suo cane nell'altra. Mi è stata subito simpatica, come tutta la gente pratica e concreta. La piazza antistante il teatro si è riempita immediatamente della sua naturalezza e oserei dire della sua bontà.
Prima del concerto con il cagnolino
Proprio così. Penso sia una persona buona Dee Dee e che il jazz, musica "intima", le si addica molto. Qualcuno ha polemizzato sul fatto che non le siano stati aperti i cancelli dello stadio Zaccheria ma, al di là delle ragioni del diniego, non sarebbe stata la stessa cosa. Eravamo tutti in un salotto quella sera, il suo salotto, e lei ha cantato con gioia per noi, amici carissimi. Del resto, per quella che è sempre stata la mia sensazione, il jazz è così: siamo tutti a casa e qualcuno, parlando al nostro cuore sulle note di una malinconica melodia, ci fa sentire persino famiglia. 
Dee Dee Bridgewater in concerto
Per finire vorrei dire solo due parole a lei:‹‹Grazie di tutto Didì Acquadiponte, così ti chiami in italiano, e torna ancora a trovarci. Almeno quando ci sei tu, ci ricordiamo tutti che esistono le buone maniere!››

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