Cari Amici,
proseguiamo sulla SS89 in direzione Manfredonia. Davanti a noi una strada dritta che sa quasi d'infinito, attorno a noi una campagna sconfinata e aperta. Ci si sente un po' persi, a volte, percorrendo queste vie, ma si assapora anche una sorta di "solibeatitudine". Ogni tanto, una casetta, un albero che non si capisce bene da dove sia uscito, un campanile. Il nostro programma prevede una sosta all'altezza del monastero di San Leonardo di Siponto (1127) dove in determinati momenti dell'anno si assiste a strani fatti...
Probabilmente lo sentirete chiamare anche San Leonardo in Lama Volara. Lama sta per "valle", mentre Volara è il nome che i Normanni le diedero per via dei ladri, in francese voleurs, che abitualmente visitavano la zona. Il complesso fu costruito nel XII secolo e affidato dapprima agli Agostiniani e poi ad altri Ordini. Ce ne parla con competenza l'architetto Franco Sammarco venuto ad accoglierci da Manfredonia.
San Leonardo coprì in passato un ruolo strategico non solo di natura religiosa ma anche economica. La dedicazione della chiesa non fu certo casuale, essendo il Santo venerato come liberatore di schiavi e prigionieri, e specialmente durante il periodo delle Crociate, in cui era facile cadere nelle mani dei Saraceni, tale scelta si rivelò geniale. L'afflusso dei pellegrini aumentò e con loro crebbe anche tutto l'indotto. Si venne a creare una rete di accoglienza in grado di far fronte a qualsiasi necessità, materiale o spirituale che fosse.
Com'è facile immaginare, tutti, dai Re ai Papi, facevano a gara per ingraziarsi Leonardo ma soprattutto per incrementare il viavai dei visitatori. Lo fecero gli uni con laute donazioni e gli altri concedendo privilegi spirituali, cosicché il monastero, tranne che in pochi e neanche troppo lunghi periodi di magra, non se la passò mai tanto male. La sua fortuna non cessò neppure durante le guerre che dilaniarono il Regno di Napoli, essendo stati i pellegrini rimpiazzati da una nuova categoria di ospiti: i pastori transumanti che con le loro greggi giungevano dall'Abruzzo a settembre e vi facevano ritorno a maggio. L'ospizio fu dotato pure di un ospedale.
Purtroppo la mazzata tra capo e collo arrivò nel primo decennio del XIX secolo a causa della mania soppressiva di Gioacchino Murat che spopolò conventi, monasteri e abbazie. I Frati Minori Osservanti che allora vi risiedevano furono cacciati e cominciò il periodo di abbandono e decadenza. La chiesa fu riaperta solo nel 1950 grazie alle Belle Arti che riuscirono a distogliere l'autorità militare dal suo intento di far brillare le bombe lasciate nelle vicinanze durante la guerra.
A progettare questo gioiellino in romanico pugliese fu un certo architetto Guglielmus che, da artista del suo tempo, s'intendeva di tantissime altre cose tra cui l'astronomia. Sono opera sua il ricco portale ma soprattutto il sistema di rosoni che ad ogni equinozio e solstizio danno luogo a fenomeni dell'altro mondo. In particolare, il 21 giugno, giorno del solstizio d'estate, a mezzogiorno ora solare, il raggio di sole che passa attraverso il rosone della volta centrale disegna al centro dei due pilastri una corona luminosa.
Non abbiate timore se venendo in questa terra vi sentirete circondati e persino "attraversati" da un fitto mistero. Prodigi ed enigmi hanno fatto la storia del nostro territorio e in fondo continueranno ancora a farla. Più e meglio che in una puntata di X-Files.
MONASTERO SAN LEONARDO IN LAMA VOLARA
SS89 FOGGIA-MANFREDONIA
APERTA TUTTI I GIORNI DALLE 9 ALLE 19
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