Cari Amici,
gli ultimi giorni di settembre sono stati quanto mai intensi! Ho fatto veramente tanta strada e ora sono tornata da voi per mostrarvi tutte le belle cose che ho visto e imparato. Per questa prima tappa la nostra guida si chiama Maurizio e ci porterà a conoscere meglio un Santo di fama internazionale e la sua Cappella del Tesoro. Qualche indizio prepartenza: sta a Napoli, è un tipo, diciamo così, che se glielo chiedi si scioglie e la gente lo chiama affettuosamente "Faccia Gialla" per il colore del busto reliquiario in oro e argento.
E avete proprio indovinato: trattasi del mitico San Gennaro, il vescovo martirizzato nel 305 durante il regno di Diocleziano, il patrono della città, il non plus ultra della santità miracolosa. La sua Cappella si trova sulla navata destra del Duomo ma, pur avendo l'accesso all'interno della chiesa, essa non è di proprietà ecclesiastica bensì del popolo napoletano ed è amministrata dalla Deputazione della Cappella composta da dieci nobili e due borghesi. Questa non appartenenza all'autorità della Chiesa è sottolineata persino dalla disposizione del motivo del pavimento, in senso contrario rispetto a quella della cattedrale.
I lavori iniziarono nel 1608 per terminare definitivamente solo nel 1646. All'epoca il popolo napoletano se la passava davvero male: guerra, peste, eruzione del Vesuvio e terremoti l'avevano ridotto allo stremo delle forze. Così esso si rivolge dapprima ai regnanti e poi decide di stipulare un contratto con il Martire, con tanto di firma e timbro. ‹‹Se ci liberi da questo sfacelo -gli dicono- ti costruiamo una cappella personale››. L'affare fu felicemente concluso: San Gennaro esaudì le preghiere e la Cappella venne eretta come da accordi.
Vennero chiamati ad abbellirla i maggiori artisti dell'epoca non napoletani, ragion per cui gli artisti napoletani arrivarono persino a minacciarli di morte pur di spingerli ad abbandonare il lavoro. Il povero Domenico Zampieri detto il Domenichino, proveniente da Bologna, ci lasciò effettivamente la pelle nel 1641, nonostante tutte le misure prese per consentirgli di completare la sua opera. Si vociferava che il mandante fosse però un altro straniero, Jusepe De Ribera, soprannominato lo Spagnoletto, autore di San Gennaro esce illeso dalla fornace.
Ad ogni modo, Faccia Gialla ebbe la sua meravigliosa Cappella del Tesoro ed è qui che ancora oggi si rinnova il famoso prodigio della liquefazione del sangue. In realtà, oltre che il 19 settembre, giorno del martirio, esso avviene anche a maggio quando si rievoca la traslazione delle sue spoglie a Napoli con una processione fino al Monastero di Santa Chiara, e il 16 dicembre in ricordo del suo intervento durante un'eruzione che stava distruggendo la città. A proposito del miracolo del 19 settembre e della completa autonomia della Cappella dall'autorità ecclesiastica, un fatto "politicamente" grave si verificò nel 2006, anno in cui s'insediò il nuovo cardinale Crescenzio Sepe. Questi proclamò l'avvenuto scioglimento prima che il Deputato preposto potesse agitare il fazzoletto bianco per avvertire il popolo. Un gesto che voleva affermare la presenza della Chiesa e che la Delegazione della Cappella non gradì poiché da che San Gennaro è San Gennaro, egli appartiene in tutto e per tutto al popolo napoletano.
Per finire, sapete perché a Napoli si usa regalare il cornetto rosso portafortuna? Mentre tutti credono che sia un simbolo pagano, io vi dico che è legato alla figura del Santo Patrono. Si narra che prima di essere decapitato Faccia Gialla fosse stato condotto in corteo al luogo del martirio e che durante il tragitto un anziano signore gli chiese il fazzoletto bianco che portava al collo. San Gennaro volle regalarglielo ma mentre fece per toglierselo il boia calò l'ascia, il fazzoletto si contorse prendendo la forma di un corno e si macchiò del suo sangue.
Cosa dirvi di più? Chi dice "San Gennaro" ha detto tutto. Un grazie va alla nostra bravissima guida che però rimane con noi perché ha ancora qualcosa da illustrarci...
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