Cari Amici,
due detti ben detti affermano che l'apparenza inganna e che non è tutto oro ciò che luccica. Per saperne di più bisogna sempre andare in profondità e vedere cosa c'è sotto è esattamente quello che ho fatto io nel luogo in cui oggi voglio introdurvi: la Cattedrale di San Sabino a Bari. La chiesa abbaglia con il suo candore tutta piazza Odegitria ma attenti a non fermarvi alla facciata perché il meglio è proprio sotto i vostri piedi!
L'edificio, a tre navate, è in stile romanico pugliese e fu ricostruito alla fine del XII secolo dopo che nel 1156 Guglielmo il Malo lo rase quasi al suolo, assieme al resto della città, per punire i baresi fedeli ai Bizantini. Dalla navata laterale destra, attraverso alcune scale, si accede alla Cripta e al Succorpo, la parte più antica aperta al pubblico nel 2009 dopo un meticoloso lavoro di ricognizione e risanamento. Qui la storia ci riporta indietro niente di meno che all'epoca romana .
In quel periodo, infatti, tutta quest'area era occupata da un palazzo di cui sono stati riportati alla luce alcuni frammenti di pavimento a mosaico della prima metà del I secolo e un'epigrafe del secolo successivo riportante il nome di un certo Lucio Gellio, liberto. Già nel V secolo esso non esisteva più e sui suoi resti venne edificata l'antica Basilica dedicata a Santa Maria que est episcopio.
L'Episcopio continuò ad essere luogo di culto anche in età altomedievale fino a quando, nel 1034, fu disposta dal Vescovo di Bisanzio la costruzione della cattedrale romanica. Questo sarcofago che conteneva gran parte del vasellame esposto nel percorso museale vi lascerà sicuramente senza fiato ma aspettate di fare qualche passo più in là per rischiare di non voler più riemergere dai fondali della storia.
Il Mosaico di Timoteo è la perla della chiesa sotterranea. Dall'iscrizione in latino sappiamo che Timoteo fu il committente dell'opera e che durante il vescovado di Andrea "...ottenuto l'aiuto divino, sciogliendo un voto, con i suoi doni e con più sicura tecnica ha completato la decorazione di quest'aula, in lode del santo popolo di Dio". È fatto di piccole tessere policrome in diversi materiali e presenta una varietà impressionante di motivi che vanno dalle scaglie del campo centrale ai quadrati e al nastro del disco, agli animali acquatici, ai pesci, ai fiori e alla vegetazione della cornice fino ai triangoli della fascia che racchiude l'intero disegno.
Il Mosaico di Timoteo è la perla della chiesa sotterranea. Dall'iscrizione in latino sappiamo che Timoteo fu il committente dell'opera e che durante il vescovado di Andrea "...ottenuto l'aiuto divino, sciogliendo un voto, con i suoi doni e con più sicura tecnica ha completato la decorazione di quest'aula, in lode del santo popolo di Dio". È fatto di piccole tessere policrome in diversi materiali e presenta una varietà impressionante di motivi che vanno dalle scaglie del campo centrale ai quadrati e al nastro del disco, agli animali acquatici, ai pesci, ai fiori e alla vegetazione della cornice fino ai triangoli della fascia che racchiude l'intero disegno.
A partire dal 1035 i vescovi Nicola e Andrea II demoliscono l'Episcopio e inaugurano i lavori della nuova cattedrale, completata nel 1064. A tre navate e sopraelevata di circa cinque metri rispetto alla costruzione precedente, ebbe vita breve a motivo della vicenda prima illustrata e quindi fu rimpiazzata dall'odierna Cattedrale. Tutta la storia precedente venne sepolta e per secoli non se ne parlò più se non in termini di utilità.
Dal XIV al XVIII secolo, per esempio, il Succorpo fu utilizzato principalmente per le sepolture. Con la peste del 1656 la necessità di stipare i tantissimi cadaveri trasformò la stanza del mosaico e la zona sottostante il sagrato in enormi camere mortuarie. Trovarono il loro spazio anche le tombe di famiglie importanti tra le quali quella dei Nenna risalente alla seconda metà del 1500. Oggi costituiscono interessanti testimonianze, ma il Succorpo ci piace molto di più così, con le sue colonne e i suoi mosaici restaurati e messi in bella mostra.
Cosa avete in programma per gli ultimi giorni dell'estate? Avete pensato di fare diving ma a pensarci bene gli abissi marini non fanno per voi? Provate allora quelli culturali e concedetevi quest'apnea nella storia.
Informatevi e prenotatevi al numero 080 5210605 e buona immersione!
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