mercoledì 27 luglio 2022

UN MUSEO IN UN PALAZZO CHE CAMMINA

Cari Amici,

il posto che visiteremo questa volta mi ha impressionata davvero tanto. Si tratta di un palazzo di via Duomo riaperto nel maggio del 2012 dopo un restauro durato ben tredici anni. Vi sto parlando di Palazzo Como, sede del Museo Civico "Gaetano Filangieri". Palazzo Como è noto come il "palazzo che cammina" perché a un certo punto della sua storia dovette arretrare di venti metri rispetto alla posizione originaria per scampare ai colpi di piccone del cosiddetto "Risanamento di Napoli". Chi mi conosce sa che non amo i musei perché li trovo sempre un po' asettici e impersonali, ma questo è diverso, è in pratica l'angolo dei ricordi del padrone di casa.
Palazzo Como - Museo Filangieri
Il palazzo deve il suo nome ai Como, Giovanni, Angelo e Leonardo. Padre, figlio e nipote godevano di buona fortuna e ne vennero in possesso assieme ad altre proprietà circostanti. Dal 1451 al 1490, il palazzo e le sue adiacenze furono un continuo cantiere nel quale vennero chiamati ad operare diversi artisti toscani, ragion per cui esso richiama nello stile il rinascimento fiorentino.
Palazzo Como - Museo Filangieri
Nonostante la mole di lavoro che dovettero affrontare, l'avventura dei Como finisce nel 1587 quando l'intero edificio viene ceduto ai Domenicani dell'adiacente chiesa di San Severo al Pendino. Questi vi apportarono le loro modifiche e lo utilizzarono come chiostro. A partire dal 1806, anno in cui Napoleone ordinò la soppressione degli ordini religiosi, Palazzo Como divenne in successione birrificio, archivio e sede municipale.
Palazzo Como - Museo FilangieriPalazzo Como - Museo Filangieri
Fino ad arrivare intorno all'ultimo ventennio dell'Ottocento. L'allora sindaco di Napoli, Nicola Amore, avviò una vasta operazione di rimodernamento del centro cittadino per renderlo, a suo dire, più salubre e vivibile, soprattutto dopo l'epidemia di colera del 1884. A farne le spese numerosi palazzi storici interamente rasi al suolo per ospitare larghe piazze e ariose strade nonché la maestosa Galleria Umberto. Gli indiscriminati interventi urbani non risolsero però gli atavici problemi della città. Il sindaco non aveva fatto altro che creare una facciata dignitosa alla povertà e al degrado di tanti quartieri che erano rimasti tali e quali.
Palazzo Como - Museo Filangieri
Palazzo Como avrebbe subìto la stessa sorte se nel 1883 non fosse stato acquistato da Gaetano Filangieri, principe di Satriano e nipote omonimo del famoso giurista e filosofo che con le sue lettere raggiunse nientedimeno che Benjamin Franklin ispirandogli la Costituzione Americana. Gaetano apparteneva al gruppo di intellettuali che sin dall'inizio si opposero all'abbattimento del palazzo e solo dopo una lunga diatriba riuscì a trovare un compromesso per scongiurare questo pericolo. Si affidò agli ingegneri Antonio Francesconi ed Enrico Albarella per smontare, nel senso letterale del termine, il palazzo e rimontarlo venti metri più indietro in modo da permettere l'allargamento di via Duomo.
Palazzo Como - Museo Filangieri
Dopo la ricostruzione, il Principe adibì l'edificio a sede della sua raccolta privata di opere d'arte che nel 1888 sarebbe diventata ufficialmente il museo a lui dedicato. La varietà degli oggetti esposti potrebbe suggerire l'idea che non vi sia stato nessun criterio organizzativo. Non fu tuttavia la mancanza di metodo o di regole a creare un siffatto museo, ma l'ecletticità del Principe stesso che, tra l'altro, non lo concepì come una carrellata di opere protette da teche, ma come luogo di ritrovo e di studio per i giovani che si accostavano alle più diverse discipline. Ecco che allora, proprio come loro, possiamo ammirare libri, dipinti, porcellane, sculture, arredi antichi e persino armi e armature.
Palazzo Como - Museo Filangieri
La sala d'ingresso a piano terra, dedicata a suo padre Carlo, militare tra i più in vista del Regno, ospita opere che vanno dall'artigianato artistico partenopeo alle ceramiche, alle armature e armi orientali, passando per le sculture e gli abiti. Al piano nobile, la Sala Agata, dedicata alla madre Agata Moncada di Paternò, è un ambiente pieno di luce grazie a un lucernaio in ferro e vetro che riversa i raggi del sole sul pavimento maiolicato. Al primo livello di questa sala troviamo i dipinti dei grandi maestri europei e locali, datati dal XVII al XIX secolo. Al livello superiore, su tutto il perimetro, percorribile grazie a un passetto in legno, sono esposte le collezioni di porcellane e biscuit, provenienti per la maggior parte da Meissen e Capodimonte.
Museo Filangieri - Sala Agata
Museo Filangieri - Sala AgataMuseo Filangieri - Sala Agata
Museo Filangieri - Sala AgataMuseo Filangieri - Sala Agata
Dal secondo livello si accede a una piccola stanza intima e riservata: la biblioteca. Alla sinistra di chi entra, il ritratto di Gaetano Filangieri Senior sembra accogliere il visitatore che ha l'impressione di impazzire per quei libri, quei documenti, quegli oggetti personali e la corrispondenza originale scritta da Franklin di suo pugno e inviata dall'America. Quest'ultima ha un valore immenso che va al di là di quello materiale e che parla di valori, idee, aspirazioni e ideali.
Museo Filangieri - Biblioteca
Museo Filangieri - BibliotecaMuseo Filangieri - Biblioteca
Museo Filangieri - BibliotecaMuseo Filangieri - Biblioteca
Sarà che quando si tratta di lettere scritte a mano mi emoziono in un modo che non so descrivere, ma questa visita mi ha lasciato davvero tanto nel cuore. Uno dei miei sogni nel cassetto è avere un angolo così, tutto mio, dove leggere, scrivere e meditare e, perché no, ritrovare una dimensione più umana del vivere. Che poi, forse, è il segreto della vera nobiltà. 










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