Cari Amici,
vi ho parlato finora di bei palazzi, di feste, di ricevimenti e perfino di piatti. Le dimore nobiliari, però, erano spesso, già all'epoca in cui erano abitate, dei veri e propri scrigni d'arte. C'era chi aveva la fissazione dei giochi e dei divertimenti e chi profondeva le proprie energie mentali ed economiche nel raccogliere opere d'arte. Oggi siamo al numero 185 di via Toledo a Napoli, ex via Roma, la lunga strada che porta fino a piazza Plebiscito, il cuore della città capitale. A questo numero troviamo Palazzo Zevallos-Stigliano, attualmente proprietà della Banca Intesa Sanpaolo e sede di una preziosa collezione.
A dire il vero sono giunta qui attirata dal pezzo da novanta e cioè dal Martirio di Sant'Orsola (1610) del Caravaggio, ma ho scoperto con immenso piacere anche il resto della Collezione che abbraccia ben quattro secoli, dal Seicento al Novecento. Sono tutte opere, 120 in tutto, provenienti in gran parte dalle raccolte storiche del Banco di Napoli e della Banca Commerciale Italiana.
Costruito tra il 1637 e il 1639, il Palazzo era una sfarzosa residenza aristocratica dalla quale i nobili padroni di casa, affacciati al balcone, assistevano a processioni religiose e sfilate carnevalesche. A guardarlo adesso direi che non ha perso molto del suo originario splendore e ho apprezzato soprattutto le sue dimensioni più ridotte e più intime rispetto ad altri palazzi.
Il suo primo proprietario fu Giovanni Zevallos, un mercante di origini spagnole, che grazie alla sua ambizione mise da parte una fortuna tale da poter comprare, nel 1648, la città di Ostuni ottenendo pure il titolo di duca. Non da meno fu il suo successore, Jan Vandeneynden, un altro fortunato mercante di Anversa, che a suon di danari riuscì a procurare a suo figlio Ferdinand il titolo di marchese di Castelnuovo.
Ferdinand eredita una fortuna quasi smisurata a cui si aggiunge quella del socio di suo padre, Gaspare Roomer. Diventa così proprietario di una delle più importanti collezioni napoletane del Seicento che divide tra le sue tre figlie, tra cui Giovanna. A questa collezione appartenevano opere di Rubens, Ribera, Veronese, Tintoretto, Tiziano, Giordano e Salvator Rosa. Vi erano anche tre dipinti non identificabili del Caravaggio.
Nel 1688, in seguito al matrimonio di Giovanna con Giuliano Colonna, il Palazzo venne acquisito dai novelli sposi. Nel 1716 la famiglia ottiene anche il Principato di Stigliano e da qui il nome di Palazzo Zevallos-Stigliano.
Il Palazzo non ospitava però solo collezioni d'arte. La cultura continuò a essere di casa con il principe Ferdinando, erede di Giuliano. Uomo raffinato, colto e amante della musica, si circondò dei più gettonati musicisti della città tra cui Giovan Battista Pergolesi che fu maestro di cappella. Nel 1723, in occasione del suo matrimonio con Maria Luisa Caracciolo, fu eseguita nel cortile una serenata commissionata ad Alessandro Scarlatti ed eseguita dalla promesso musicale dell'epoca, Farinelli.
Il bello di Palazzo Zevallos-Stigliano è che è ancora un luogo di cultura e non solo per il museo. Avete voglia di assistere a un concerto? Informatevi del programma e godetevi le dolci note nel cortile della buona musica.
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