Cari Amici,
come vi ho accennato nell'introduzione al nostro itinerario lucerino, per motivi di tempo e di orari non sono riuscita, nella stessa giornata, a completare la visita di tutti i principali monumenti cittadini. Siccome però la fortuna aiuta non solo i cuori allegri ma anche gli animi volenterosi, una settimana dopo ho avuto la possibilità di tornare sul posto e di conoscere anche l'anfiteatro augusteo. Ci tengo a dirvi che il sito è stato invaso dai turisti durante le Giornate di Primavera FAI di quest'anno e che faremmo bene a valorizzarlo di più dato che è lì a testimoniarci un altro grande periodo storico vissuto dalla città: quello della Roma imperiale.
Questo aspetto di Lucera mi ha presa un po' alla sprovvista, essendo io forse troppo concentrata sulle vicende federiciane. Approfondendo l'argomento ho scoperto che nel 326 a.C. i lucerini si allearono con i romani schivando la minaccia sannita e accettando implicitamente il loro dominio. Durante il regno di Cesare Ottaviano Augusto la città divenne colonia romana e quindi municipio col titolo di SPQL, Senatus Populosque Lucerinus, senato e popolo di Lucera.
Qui, dove si riflettevano i fasti dell'impero, viveva Marco Vecilio Campo, figlio di Marco, nipote di Lucio. Dall'iscrizione in latino sull'architrave dei due portali d'accesso si legge che era prefetto dei fabbri, tribuno militare, magistrato municipale e pontefice e che nel I secolo d.C. fece costruire a sue spese e su un terreno di sua proprietà l'anfiteatro dedicato a Cesare Augusto e alla colonia di Lucera. Il progetto sfruttava la particolare conformazione geologica del luogo e la struttura che ne venne fuori era capace di contenere fino a 18mila spettatori.
L'anfiteatro augusteo di Lucera è uno dei più antichi dell'Italia meridionale e, a onor del vero, uno dei meglio conservati. Ha forma ellittica ed era circondato da una muraglia che non c'è più. Vi si accedeva attraverso i due portali, quello occidentale rivolto verso la città e quello orientale che guarda verso Foggia. Gli spettatori raggiungevano il proprio posto scendendo man mano una scalinata in fondo alla quale si aprivano gli spoliaria, spogliatoi in cui venivano momentaneamente ricoverati i gladiatori feriti o caduti durante il combattimento.
All'epoca andavano in scena i tipici spettacoli che tanto appassionavano i romani: lotte fra gladiatori, caccia agli animali, finte battaglie navali e il truculento show dei cristiani fatti sbranare dalle belve. L'arena veniva utilizzata anche per le esecuzioni capitali, considerate una sorta di intrattenimento. Oggi, sotto questo punto di vista, l'anfiteatro vive una seconda vita grazie a eventi più "umani", musicali e teatrali, a cui si può assistere seduti sugli spalti gradonati del settore occidentale.
Gli scavi hanno riportato alla luce, al centro dell'arena, gli accessi ai cunicoli e ai locali sotterranei utilizzati come depositi per attrezzature di scena o gabbie per gli animali. Poco distanti sono stati rinvenuti, invece, i ruderi delle palestre e delle celle dei gladiatori.
Con la fine delle persecuzioni cristiane l'anfiteatro viene abbandonato. Nel 663 la devastazione da parte dell'imperatore Costante II innesca un triste processo di continuo interramento. I lavori di recupero e restauro iniziano solo nel 1932 per finire nel 1945.
Dopo aver visto quello che ho visto la mia speranza è che a qualcuno venga in mente di liberare altra storia ancora sepolta. Fiduciosa come sempre, mi lascio alle spalle questo ennesimo gioiellino poco conosciuto. Lucera però non è finita qui: una curiosità è in serbo per voi e si tratta di qualcosa che ha addirittura stravolto le classifiche mondiali.
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