Cari Amici,
vi ricordate cosa diceva quella vecchia canzone di Antoine, quella delle pietre? Sei buono e te le tirano, sei cattivo e te le tirano. Sei ricco, povero, bello, brutto, lavoratore, scansafatiche: chiunque sei e qualunque cosa fai sempre pietre in faccia prenderai. Bene, oggi sono qui con un'altra versione. Le pietre, se sei il Gargano le scolpisci con il vento e con l'acqua, se sei un appassionato d'arte le collezioni, se sei un vagabonviaggiatore le ammiri e rimani a bocca aperta davanti al genio della natura.
vi ricordate cosa diceva quella vecchia canzone di Antoine, quella delle pietre? Sei buono e te le tirano, sei cattivo e te le tirano. Sei ricco, povero, bello, brutto, lavoratore, scansafatiche: chiunque sei e qualunque cosa fai sempre pietre in faccia prenderai. Bene, oggi sono qui con un'altra versione. Le pietre, se sei il Gargano le scolpisci con il vento e con l'acqua, se sei un appassionato d'arte le collezioni, se sei un vagabonviaggiatore le ammiri e rimani a bocca aperta davanti al genio della natura.
A un certo punto del nostro edumotional veniamo accolti da Michelangelo di Mauro e da sua moglie Silvana Giancristofaro che ci introducono nel loro litico regno in una piccola casa del centro storico di Carpino. Con orgoglio ci mostrano la loro collezione di pietre garganiche. Questo angolo nasce dalla passione per l'arte, la natura e la terra d'origine. Michelangelo è, come dire, un visionario entusiasta. Ma siamo proprio sicuri che le sue siano semplici "visioni"?
Se Edvard Munch fosse stato uno scultore scommetto non avrebbe saputo fare di meglio. "L'Urlo" in versione pietra garganica è davvero impressionante per la somiglianza con l'opera del pittore norvegese e, nonostante il silenzio e l'immobilità, sembra di sentire realmente il suo grido.
I soggetti scolpiti da Madre Natura sono a dir poco stupefacenti, tanto che si stenta a credere che non ci sia anche la mano dell'uomo. Michelangelo però giura di non averci messo neppure un dito, lui è semplicemente un raccoglitore amatoriale di sassi. Tra le sculture più riuscite ci sono i mascheroni, la cosiddetta "pietra zoo" che racchiude diverse figure di animaletti, il cane imprigionato, l'uovo di sauro, i litocaciocavalli e i "rucioli", ossia le tipiche pietre tondeggianti. A mio avviso però la regina dell'esposizione è lei, la Venere del Gargano, una bella e aggraziata fanciulla dalla pettinatura a caschetto.
Dando un'occhiata qua e là altre sagome rapiscono l'attenzione e, tra queste, alcune suppellettili a forma di fungo. Ed è qui che simpaticamente smascheriamo Michelangelo, costretto a confessare che i litofunghi (solo i litofunghi!) sono stati creati da lui mettendo insieme una pietra oblunga e una piatta. Il risultato è comunque originale e merita i nostri più sinceri complimenti.
Camminando per le stradine di Carpino veniamo scortati da lontano da un acceso tramonto sul lago di Varano. Il colore rosso del sole che saluta la terra ci accompagna verso una stanza-arcobaleno fatta di fili e tessuti. Si tratta di un angolo che la dottoressa Paola Niro, esperta in cromoterapia, ha ritagliato nella sua farmacia per omaggiare le tessitrici di Carpino.
L'installazione, curata dall'architetto Michela Mezzanotte e realizzata da un gruppo di donne carpinesi esperte di telaio, consiste in diversi cubi di plexiglass forati attraversati da 5000 metri di filo di rayon. La disposizione dei colori segue i criteri della disciplina cromoterapica e qui si entra non solo per stare meglio ma anche per ascoltare la storia dell'emancipazione femminile a Carpino.
Le donne carpinesi erano di solito ingaggiate nei lavori agricoli. La loro paga e la loro condizione non erano certo invidiabili. Pensate che non potevano indossare neppure le scarpe, privilegio riservato agli uomini, ma solo spessi calzettoni. Il telaio rappresentava per loro un'alternativa ai campi e un mezzo per tentare la scalata sociale.
Chi tra loro, infatti, riusciva a procurarsene uno e a imparare quella che veniva considerata un'arte vera e propria, vedeva migliorare finanze e crescere la dignità. Le occasioni di aggiudicarsi un buon partito aumentavano e, quando tutto andava male, rimaneva sempre il fatto di potersi guadagnare da vivere in maniera del tutto autonoma e indipendente. Coperte, vestiti, tappezzerie: non c'era cosa che le sapienti mani di queste donne non potessero realizzare con gusto e fantasia.
Belle forme e brillanti colori sono una delizia per la vista, ma il Gargano ha ancora altro da mostrarci. Da questo momento ci addentreremo nella sua parte più mistica e misteriosa, dove vita quotidiana e cose sacre avevano un legame molto forte. Lo faremo con altri amici del posto che con grande dedizione si occupano dei loro luoghi come della propria casa e per i quali siamo ospiti graditissimi.
0 Comments:
Posta un commento