Cari Amici,
vi è mai venuto in mente che tutto possa partire, addirittura decollare, da una semplice zuppa di legumi? Anche a me sembrava fantascienza finché un'amabile signora di nome Maria Antonietta Di Viesti non mi ha raccontato un'incredibile storia dei giorni nostri che ha inizio sulla terra e arriva nientepopodimeno che nello spazio. Ottima cuoca e proprietaria, insieme al marito Michele, della masseria didattica "L'Oasi", Maria Antonietta è anche presidente dell'Associazione Produttori Fave di Carpino. Non appena siamo stati accolti nel suo regno, noi giornalisti del gusto abbiamo capito subito di essere nel posto giusto...
La Fava di Carpino è presidio Slow Food dal 2002 e l'Associazione si preoccupa di disciplinarne la produzione. Come ci ha spiegato la padrona di casa, si tratta di una fava più piccola di quelle che siamo abituati a vedere e presenta una simpatica fossetta nella parte inferiore, una specie di sorrisino. Viene seminata tra la fine di novembre e gli inizi di dicembre e mietuta a mano. I baccelli vengono raccolti in fasci detti "manocchi", lasciati essiccare per circa un mese e poi schiacciati e "ventilati" affinché le fave possano poi essere pulite, selezionate e imbustate.
Maria Antonietta ci fa una dimostrazione pratica di come dividere in due le fave usando un martello e uno strumento alquanto vetusto. Per preparare una qualsiasi ricetta di fave, i legumi si mettono in ammollo in acqua, vengono privati del nasello e poi cotti con la buccia.
Ma la storia non finisce qui. Un giorno alla porta di Maria Antonietta bussa lo chef Stefano Polato in procinto di preparare all'astronauta Samantha Cristoforetti una zuppa di legumi da gustare tra le stelle. Le comunica che la sua fava di Carpino raggiungerà lo spazio con il cece nero dell'Alta Murgia, la lenticchia di Ustica e la piattella canavesana.
Com'è facile immaginare, Maria Antonietta è al settimo cielo ma rimane coi piedi per terra per assicurare a noi rimasti sul pianeta un prodotto naturale e di qualità. La sua è una missione importante almeno quanto quella di Samantha perché ci insegna che per arrivare in alto e non cadere dalle vertigini bisogna avere delle buone fondamenta. Le zuppe da preparare sono ancora tante e non solo... Ammirate questo snack dalla ricetta segreta e queste cicorie campestri distese su un letto di purè di fave.
E come sempre giunge pure per noi l'ora del rifocillamento. La cuoca ci ha preparato un pranzo a tutta fava con incursioni di prodotti della masseria. La tavola diventa subito allegra e colorata con le olive ogliarole garganiche in salamoia con aggiunta di finocchietto selvatico, i lampasciuoli sott'olio, la salicornia chiamata "sav'zodd", gli involtini di melanzana, i peperoni gratinati, la frittatina di zucchine, la musciska, il caciocavallo podolico e la pancetta.
E per dare un tocco volutamente nordico al nostro lauto pasto, ecco il primo di orecchiette con asparagi e speck.
Concludiamo con un bel piatto di pancetta e carne di maiale al forno ai profumi delle erbe mediterranee.
Soddisfattissimi di questa ospitalità, noi giornalisti continuiamo così per la nostra strada verso Carpino centro. Alla signora Maria Antonietta un grazie di cuore, a voi le coordinate per fare la sua conoscenza:
MASSERIA DIDATTICA L'OASI
Carpino (FG)
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