giovedì 23 maggio 2013

FESTE, VIAGGI E BUOI DEI PAESI TUOI

Cari Amici,
eccomi di nuovo a voi. Questa volta torno a parlarvi di manifestazioni turbolente introducendovi direttamente nel misterioso mondo delle Carresi. Misterioso perché dietro quella che sembra una baraonda come ce ne sono ovunque si cela il ricordo di un prodigio.
Cominciamo però col dire cos'è una Carrese, cioè una corsa di carri trainati da buoi. Questa singolare competizione ha luogo ogni anno in soli quattro paesi d'Italia, tutti situati tra la Puglia e il Molise: Chieuti (FG), San Martino in Pensilis (CB), Ururi (CB) e Portocannone (CB). Proprio lunedì scorso ho assistito a quella di Portocannone che ha confermato i Giallorossi campioni indiscussi del 2013.
La carrese di Chieuti
C'è la generale convinzione che la Carrese sia di origini arbëreshë (minoranza albanese storicamente insediata in Italia) ma più che insistere su questo aspetto, dato che per esempio San Martino in Pensilis non ha nulla a che vedere con tale cultura, vorrei soffermarmi sull'elemento comune alle quattro Carresi: un evento miracoloso che, secoli addietro, vide protagoniste le pie bestie carducciane. A Chieuti alcuni contadini riuscirono ad avvertire gli abitanti del paese dello sbarco dei Turchi grazie ai loro buoi che ingaggiarono una corsa conclusasi davanti alla chiesa di San Giorgio. A San Martino in Pensilis, alcuni nobili impegnati in una battuta di caccia trovarono le spoglie mortali di San Leo in un monastero caduto in rovina e le traslarono in paese su un carro trainato da buoi. Circostanze simili ritroviamo a Ururi dove la Carrese è legata alla festa del Legno della Croce e a Portocannone fondata, secondo la leggenda, da un gruppo di migranti albanesi. Costoro portarono con sé l'immagine della Madonna di Costantinopoli ma, sbarcati sulla costa molisana e trovandovi un bosco foltissimo, non sapendo dove e come dirigersi, si affidarono alla Provvidenza che procurò loro un carro con dei buoi sul quale adagiarono la sacra raffigurazione.
La carrese di San Martino in Pensilis
Nel tempo la tradizione è rimasta, la gara si è tuttavia evoluta. Oggi i buoi sono animali da corsa a tutti gli effetti e ricevono le cure adatte al loro "status", mentre in passato venivano utilizzati nei lavori campestri. Ogni squadra o partito, corrispondente quasi sempre a una contrada, dispone di una pariglia di buoi e di diversi cavalli. Naturalmente le possibilità di vincere aumentano se si ha a disposizione una buona forza di animali. Durante la corsa i cavalli sono posizionati dietro e lateralmente al carro con il compito di spingere e controllare la direzione. I buoi, infatti, non hanno il senso dell'orientamento e, specialmente nelle curve, rischiano di tirare dritto o di far capovolgere il carretto. Sul carro vi sono i carristi, di solito dei veterani, che tengono le briglie dei buoi. Risale a un po' di anni fa la decisione (a mio avviso sbagliata) di abolire la figura del "capocatena", ossia di quel fantino che correva davanti ai buoi tenendoli con una lunga catena. Toccava a lui guidare gli animali mentre i laterali dovevano "contenerli" ed evitare che prendessero strade opposte. Il capocatena, proprio perché in una posizione giudicata a rischio (i buoi potevano incornare il cavallo), era un fantino molto esperto e aveva in dotazione il cavallo più veloce. 
La carrese di Ururi
Le tre Carresi molisane hanno ottenuto un riconoscimento ufficiale dalla Regione, quella pugliese di Chieuti è tutelata solamente da uno Statuto comunale che ne elenca le regole. Se esiste una competizione vittima di persecuzioni, questa è proprio la Carrese. Più di una volta Associazione Carriste e Associazioni Animaliste sono arrivate ai ferri corti finendo nelle aule dei tribunali dove, comunque, la tradizione l'ha sempre spuntata. Chi vi scrive è dalla parte della tradizione per il semplice motivo che non c'è uno sport, se così vogliamo chiamarlo, più sano e onesto della Carrese. Questi i motivi.
Primo, non girano soldi. I soci del partito si autotassano per affrontare le spese che il mantenimento degli animali comporta. Non esistono sponsor, mecenati e finanziatori di sorta né tanto meno sono abbinate lotterie o scommesse alla competizione.
Secondo, ogni Carrese ha una radice devozionale ed è vista come la rievocazione di un episodio in cui il Sacro si è reso presente in mezzo a una comunità ritenuta degna di ospitarlo.
Terzo, in virtù delle suddette ragioni, il vincitore non vince proprio niente. L'unica ricompensa accordata a chi arriva primo è l'onore di portare a spalla il Santo in processione.
Il prossimo anno, dunque, non lasciatevi ingannare dalle polemiche e concedetevi un momento adrenalinico unico del suo genere.
La carrese di Portocannone
Date e luoghi da annotare:
22 APRILE, CHIEUTI (FG) - PALIO DI SAN GIORGIO
30 APRILE, SAN MARTINO IN PENSILIS (CB) - PALIO DI SAN LEO
3 MAGGIO, URURI (CB) - PALIO DEL LEGNO DELLA CROCE
LUNEDÌ DOPO LA DOMENICA DI PENTECOSTE, PORTOCANNONE (CB) - PALIO DELLA MADONNA DI COSTANTINOPOLI


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