martedì 27 settembre 2022

DA DIMORA A OPERA D'ARTE: LA CASA DI ROSA PARKS

Cari Amici,
per compiere questo vagabonviaggio dobbiamo salire su di un autobus, uno di quelli un po' antichi che si vedevano in giro nella prima metà del secolo scorso e immaginare di essere nella città di Montgomery, in Alabama. È il 1 dicembre 1955 e sul suddetto autobus, piuttosto affollato, sale una donna di colore che sta tornando a casa da lavoro. Non trovando posto nel settore riservato alla sua gente, si accomoda in quello "misto" dove possono sedersi neri e bianchi e c'è l'obbligo per i neri di cedere il posto ai bianchi qualora questi ultimi restino in piedi. Questa donna è Rosa Parks, nata Rosa Louise McCauley, e tra qualche istante compirà un gesto epocale.
Rosa Parks sull'autobus (foto dal web)
Rosa è stanca dopo una giornata trascorsa alla macchina per cucire, ma non è questa la stanchezza che accenderà la scintilla della protesta. Nell'America degli anni Cinquanta, in cui vigono le leggi razziali, Rosa è "stanca di subire". Dopo tre fermate, sale un uomo bianco che non trova posto ma lei non si alza. Viene chiamata immediatamente la polizia che l'arresta per "condotta impropria". Verrà rilasciata poche ore dopo grazie all'intervento dell'avvocato Clifford Durr, bianco, antirazzista e impegnato nella lotta per i diritti civili degli afroamericani. 
La casa di Rosa Parks
La notizia raggiunge la sua comunità alla velocità della luce e tutti si organizzano in modo da manifestare senza il rischio di rappresaglie. Dal 5 dicembre, per oltre un anno, i cittadini di colore boicottano gli autobus che rimangono fermi fino a quando non viene abolita la legge della segregazione razziale. In sede di processo,  la "Madre del Movimento per i Diritti Civili" se la caverà con una multa ma i veri problemi inizieranno fuori dalle aule giudiziarie. Rosa riceve minacce di morte e non trova più lavoro. Decide così, nel 1957, di trasferirsi a Detroit, nel Michigan, insieme a suo marito Raymond Parks, e di svolgere lì il suo mestiere di sarta. Anche qui però la vita non è facile. Vive nella casa di proprietà del fratello Sylvester, assieme a lui e ai suoi tredici figli, al numero 2672 di South Deacon St.,  non lavora abbastanza e riceve un piccolo aiuto dalla parrocchia. Ciò nonostante Rosa non abbandona la lotta, resta in questa casa per due intensi anni e dopo una vita spesa per riaffermare l'uguaglianza sociale si spegne proprio a Detroit nel 2005.
La casa di Rosa Parks
Nel 2008 per far fronte alla crisi immobiliare della città si dispone la demolizione di ben 80.000 abitazioni. Nel tentativo si salvare quella di sua zia, Rhea McCauley decide di acquistarla, ma non basta. Contatta così l'artista Ryan Mendoza con il quale discute di una possibile soluzione. Era infatti inaccettabile che un tale simbolo andasse perduto per sempre.
La casa di Rosa Parks
Visto il totale disinteresse delle istituzioni locali, Mendoza decide di trasferire la casa di Rosa Parks a Berlino, dove risiede. La riduce ad assi di legno, la spedisce in Germania e la rimonta personalmente nel suo cortile. È il settembre 2016 e l'artista compie un lavoro immane, senza l'aiuto di nessuno, riuscendo a restituire alla casa la sua importanza. Da residenza a opera d'arte il passo è stato breve nonostante i non pochi detrattori che lo accusavano di ricercare la propria fama sfruttando la storia dell'attivista afroamericana. Il 15 settembre 2020 la casa di Rosa Parks arriva a Napoli, nel cortile d'onore di Palazzo Reale. L'evento viene intitolato "Almost Home - The Rosa Parks House Project", "quasi a casa" perché l'idea è quella che essa torni nel luogo d'origine a mantenere viva la memoria di un'epoca conflittuale e di una donna coraggiosa. 
La casa di Rosa ParksLa casa di Rosa Parks
Cosa rappresenta davvero, oggi, questa modesta dimora? È solo una testimonianza del passato? La disuguaglianza sociale e razziale è purtroppo un tema ancora tristemente attuale e la casa di Rosa Parks ci ricorda proprio questo: il passato non è del tutto passato.





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