venerdì 2 novembre 2018

A REFRISCHE 'E LL'ANEME D'O PRIATORIO

Cari Amici,
c'è un posto a Napoli, solo a Napoli, in cui avviene un patto di mutuo soccorso, pensate un po', tra una povera anima, ll'anema pezzentella, del Purgatorio e una caritatevole persona che se ne occupa dal mondo dei vivi. Si tratta di uno scambio che supera la semplice devozione e che travalica spesso la frontiera dell'Aldilà. L'ossario delle Fontanelle, si legge all'entrata del famoso cimitero, è oggi una moderna rappresentazione del mistero della morte sia per i credenti che per i non credenti. Benvenuti dove i morti restano morti e i vivi restano vivi, ma la linea gialla che marca il confine tra i due territori più che dividere, unisce.

Cimitero delle Fontanelle
Il Cimitero delle Fontanelle si sviluppa nella parte occidentale del Rione Sanità, sulla collina di Materdei, all'interno delle cave di tufo che fino al Seicento fornirono alla città materiale da costruzione. In questo immenso camposanto trovano riparo circa 40.000 resti umani, anche se si stima che sotto il suolo ve ne siano accatastati molti altri. L'utilizzo delle cave come fossa comune risale al 1656, anno in cui Napoli fu colpita da una grave pestilenza che decimò oltre la metà della popolazione. L'uso continuò fino al 1836 quando in città scoppiò il colera.
Cimitero delle Fontanelle
Andrea de Jorio, canonico ed etnologo, ci informa però che nel Settecento le cave si riempirono per un altro motivo. Molta gente che in vita disponeva di essere seppellita nelle chiese si ritrovava, per mancanza di spazio in queste ultime, ad essere letteralmente gettata nelle cavità tufacee. Gli schiattamorto, infatti, dopo aver fatto la sepoltura secondo i desideri del defunto, nottetempo riesumavano il morto e, dentro un sacco, lo portavano a spalla alle cave. 
Cimitero delle Fontanelle
Nessuna meraviglia se nell'Ottocento le ossa non si potevano contare e inoltre erano anche piuttosto disordinate. A un certo punto, tuttavia, s'impose la pietà popolare e verso la fine del secolo un gruppo di donne, "e maste", coordinate da Gaetano Barbati, canonico di Materdei, misero in ordine tutte le reliquie. Inoltre, grazie alla disponibilità del cardinale Sisto Riario Sforza, venne istituita l'Opera di Suffragio ai Defunti che garantiva la cura spirituale a coloro che qui erano stati seppelliti nel più totale anonimato.
Cimitero delle FontanelleCimitero delle Fontanelle
Dall'apertura ufficiale del Cimitero, nel 1872, cominciò una particolare venerazione per queste anime, incarnate dalle "capuzzelle", cioè dai teschi. Una venerazione così singolare da suscitare col tempo la diffidenza della Chiesa stessa. Negli anni Sessanta del secolo scorso, don Vincenzo Scancamarra e il cardinale Corrado Ursi si adoperarono per arginare il fenomeno, preoccupati della deriva pagana che esso aveva assunto. Nel 1969 il tribunale ecclesiastico proibì il culto delle capuzzelle determinando l'abbandono del Cimitero. Esso fu messo in sicurezza nel 2002, ma non era ancora visitabile. A renderlo di nuovo accessibile, il 23 maggio 2010, fu una pacifica manifestazione degli abitanti del quartiere che persuase l'Amministrazione Comunale a riaprirlo.
Cimitero delle FontanelleCimitero delle Fontanelle
Cimitero delle FontanelleCimitero delle Fontanelle
Ma in cosa consisteva il "rifrisco", ossia il refrigerio delle anime del Purgatorio? Era l'aiuto che si offriva loro sotto forma di preghiere insistenti affinché esse potessero salire rapidamente in Paradiso. La capuzzella veniva adottata da qualcuno che l'aveva scelta tra tante e che si premurava di ornarla con fazzoletti, corone di rosario e gingilli di vario genere. La capuzzella, da parte sua, doveva dimostrare gratitudine e a capuzzelle particolarmente "grate" erano riservati un cuscino ricamato e una teca di protezione.
Cimitero delle FontanelleCimitero delle Fontanelle
Eh già, perché l'anima compariva in sogno all'adottante rivelando la sua identità e raccontando la sua vita, ma soprattutto chiedendo sollievo tramite le preghiere. In cambio di questo doveva elargire grazie e dettare i numeri vincenti del lotto. Le anime generose venivano adottate da più di una famiglia e addirittura da un popolo intero. Per questo alcune sono un vero mito, come il Capitano e Donna Cuncetta. Le loro capuzzelle sono in pratica sommerse di rosari, biglietti, fiori, preghiere, richieste e oggetti tra i più disparati.
Cimitero delle Fontanelle
Sono diverse le leggende legate al Capitano, quasi tutte con protagonisti due novelli sposi. Una prima versione racconta di una ragazza che, devota del Capitano, andava a trovarne tutti i giorni il teschio. Il fidanzato, geloso di tanta attenzione e non comprendendone la fede, un giorno, con la scusa di accompagnarla, si armò di bastone e giunto sul posto lo conficcò nella cavità dell'occhio della capuzzella. Come se non bastasse, si prese gioco del Capitano invitandolo al proprio matrimonio. Solo che il Capitano non se lo fece ripetere due volte e alla data stabilita si presentò alla cerimonia vestito da carabiniere. Avvicinatosi agli sposi, si tolse la divisa mostrando loro la sua scheletrica identità e facendoli morire dal terrore.
Cimitero delle Fontanelle
Una seconda versione narra che la stessa ragazza chiedeva continuamente di trovare marito. Il Capitano le accordò la grazia e il giorno delle nozze si presenta alla festa. Al passaggio degli sposi, sorride e fa un occhiolino alla giovane per farle intendere di essere lui l'amico prodigioso. Il marito a questo punto lo ricambia con un bel pugno nell'occhio. Al ritorno dal viaggio di nozze la ragazza torna al Cimitero per ringraziarlo e gli trova un'orbita tutta nera. Si dice che i due sposi non se la passarono bene e che ora, anch'essi capuzzelle, stiano sotto la statua del Barbati.
Cimitero delle Fontanelle
Il personaggio del Capitano simboleggia la necessità di mantenere una giusta distanza tra vivi e morti. Né l'oblio né l'eccessiva vicinanza sono auspicabili. Tuttavia, al Cimitero delle Fontanelle, della vicinanza non si può proprio fare a meno e Donna Cuncetta ne è l'ennesima dimostrazione. Anima generosissima, quasi scialona, esaudisce grazia su grazia e ai fedeli che vogliono conoscere l'esito della loro richiesta basta toccare la capuzzella e vedere se il contatto ha bagnato la loro mano. Donna Cuncetta, detta "a capa che suda", è infatti l'unica capuzzella lucida di tutto il Cimitero. La ragione è che raccoglie l'umidità del posto ma i suoi fan respingono questa tesi portando avanti quella del "sudore delle anime del Purgatorio".
Cimitero delle Fontanelle
Queste ed altre storie si possono conoscere nel cimitero più suggestivo del mondo e sono tutte storie di comprensione. La loro morale è che sia in vita che in morte si è tutti un po' poveri e bisognosi e allora è bene mettere da parte le paure e venirsi incontro. La solidarietà è un valore che non tiene conto di nessuna condizione, neanche di quella della tomba. 


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