Cari Amici,
eccoci finalmente a San Giovanni Rotondo dove sta per iniziare il nostro avvincente vagabonviaggio. Avete capito bene, "vagabonviaggio" e non "pellegrinaggio" perché, come anticipato, ben altre grazie ci ammalieranno. A condurre la carovana sulla retta via il giovane, gagliardo Matteo Fiorentino, storico del territorio e vicesindaco della città. Ci sarà talmente tanto da scoprire che se la bocca non vi si chiuderà mai più per la meraviglia, declino già da ora ogni responsabilità a proposito.
eccoci finalmente a San Giovanni Rotondo dove sta per iniziare il nostro avvincente vagabonviaggio. Avete capito bene, "vagabonviaggio" e non "pellegrinaggio" perché, come anticipato, ben altre grazie ci ammalieranno. A condurre la carovana sulla retta via il giovane, gagliardo Matteo Fiorentino, storico del territorio e vicesindaco della città. Ci sarà talmente tanto da scoprire che se la bocca non vi si chiuderà mai più per la meraviglia, declino già da ora ogni responsabilità a proposito.
Il principio di tutto, a partire dall'insolito nome, è questa chiesetta detta anche "La Rotonda" o "Tempio di Giano" giacché si pensa sia stata edificata subito dopo la caduta di Roma su di un antichissimo sito pagano. Il battistero circolare dedicato a San Giovanni Battista ha trasmesso la denominazione al centro cittadino che si sarebbe sviluppato intorno a questo primo nucleo. San Giovanni Rotondo conobbe il suo massimo splendore attorno al 1300 con un sensibile aumento della popolazione e delle attività commerciali. Si ipotizza che ci fossero, proprio qui vicino, un casale e un palazzo del potere, mentre è certo che la città ospitasse un ragguardevole mercato dei cereali, privilegiata dalla sua posizione sulla via principale del Gargano.
Purtroppo, per via dei restauri in corso, l'accesso è ancora interdetto e a tale proposito c'è una storia che dev'essere assolutamente raccontata. La vasca paleocristiana fu scoperta solo nel 1998 da un ricercatore francese e dallo stesso Fiorentino che notarono alcuni resti e capirono di trovarsi di fronte a qualcosa di straordinario. All'epoca la Sovrintendenza stava effettuando dei lavori ma male interpretò tali rovine trascurando la questione. La questione, invece, segnalata a diversi organismi, scuscitò grande interesse all'estero. La Sovrintendenza, sentendosi scavalcata, abbandonò l'orto con tutti i cavoli, seguita a ruota dall'Amministrazione. La vasca battesimale venne ignorata per ben quindici anni, dopo dei quali si è deciso di lavorare seriamente al recupero. Questo di San Giovanni Rotondo è uno dei cinque battisteri di Puglia assieme a San Giusto, Belmonte, Ignazia, Canosa e il secondo per importanza.
Nel cuore del centro storico la chiesa di Sant'Orsola è davvero un gioiellino. Sede dell'Arciconfraternita dei Morti, fu costruita nel XVII secolo in pietra garganica per volere della prestigiosa famiglia Verna che annoverava tra le sue file diversi sacerdoti. Sul sagrato ci attende con ansia il confratello Gino che ci racconta la sua versione dei fatti. Sembra che il sacro luogo si chiamasse originariamente "Chiesa del Purgatorio" in quanto sorto sull'antico cimitero della città.
Al suo interno lo sguardo si perde tra le pregevoli opere d'arte e i dipinti di Natale Penati da Milano. Secondo il confratello Gino però, il pezzo più prezioso è il "quadro speciale". Si tratta di una tela che, vista da vicino, ritrae una Madonna col Bambino ma non appena ci si allontana, osservandola da un particolare punto del coro, vi si può scorgere la sagoma di un Crocifisso.
Si prosegue quindi verso la chiesa matrice di San Leonardo Abate che costò ai sangiovannesi la scomunica da parte dell'arcivescovo Vincenzo Maria Orsini (il futuro papa Benedetto XIII) per pratiche superstiziose. Questi ordinò l'abbattimento dell'edificio medievale e dispose che i fedeli ne costruissero uno nuovo a simboleggiare la propria contrizione. I sangiovannesi fecero però orecchio da mercante e l'arcivescovo li scomunicò in massa. La revoca giunse solamente dopo che un morbo misterioso rischiò di decimare l'intera popolazione che si pensò colpita da una punizione divina. Così, verso la fine del 1678, si cominciarono i lavori e nel 1684 la chiesa venne ufficialmente consacrata a San Leonardo, proprio come la precedente.
Dopo tutta questa scorpacciata culturale è tuttavia ora di azionare le papille gustative. Proprio nei pressi di San Leonardo, un grazioso localino dal nome "Regina Margherita" attira l'attenzione di noi agrogastronauti. Il titolare, Orazio Chiapparino, di padre pugliese e madre siciliana, ci presenta la specialità della casa: la paposcia.
La paposcia, originaria di Vico del Gargano, nasce da una casualità, da un pezzo di pasta di pizza gettato nel forno per testarne la temperatura. Successivamente si pensa di farcire questa pasta con della ricotta e poi ancora si pensa di preparare una specie di panino schiacciato da riempire a piacere. Gli ingredienti di Orazio per un'ottima paposcia sono: farina 2, lievito madre, soia e germe di grano. I risultati sono quelli che sono e a buon diritto inseriamo la suddetta pizzeria nell'elenco delle tappe obbligate.
La nostra passeggiata nell'antica città di San Giovanni Rotondo si conclude qui ma ovviamente le sorprese non finiscono qui. Per vederne ancora delle belle ci toccherà spostarci un po' dal centro abitato lungo sentieri di montagna e strade immerse nella natura. Rimanete con Teresita, ché vi conviene sempre!
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