domenica 30 aprile 2017

TRATTURI E TRANSUMANZA: UNA CIVILTÀ DA RECUPERARE

Cari Amici,
Tratturi e transumanza di Pierluigi de Santis
si sta svolgendo in questi giorni, a Foggia, la 68ma Fiera Internazionale dell'Agricoltura e della Zootecnia, un evento "fieramente" agricolo che abbraccia diversi ambiti del settore primario. Da qualche tempo i riflettori si sono riaccesi sull'antica pratica della transumanza che, specialmente in Puglia, ha costituito una risorsa economica notevole. Insieme ai pastori e alle greggi si muovevano infatti anche idee e opportunità di scambio.
Per comprendere meglio cosa abbiano veramente significato gli spostamenti stagionali degli animali lungo i tratturi che conducevano in Molise e in Abruzzo, ho letto Tratturi e transumanza - Profili fra passato, presente e progettualità future (Wip Edizioni, 2016) del giornalista e scrittore barese Pierluigi De Santis. Il libro offre una panoramica piuttosto insolita del fenomeno, ma a mio avviso interessante per chi volesse progettare un'esperienza di questo tipo. I pastori transumanti sono rimasti in pochi e in genere sono abbastanza disponibili a condividere il loro tragitto con degli ospiti: l'importante è mettersi sulla loro stessa lunghezza d'onda. 
La storia dei tratturi e della transumanza è una storia di civiltà più che di sola economia rurale. Le vie erbose hanno visto nascere fontane, villaggi, chiese e svilupparsi attività artigianali come il tombolo di Isernia, la costruzione delle campane ad Agnone e la produzione dei coltelli a Frosolone. Non mancavano le strutture ricettive che accoglievano uomini e animali e che si identificavano il più delle volte con abbazie e monasteri. Non a caso i sentieri dei transumanti hanno finito per coincidere con quelli dei pellegrini diretti verso la Grotta di San Michele Arcangelo sul Gargano, passando per altri famosi luoghi di culto. Il transito delle greggi era regolato da norme ben precise che riguardavano i percorsi, le soste e i tributi.
Al profilo storico De Santis affianca uno più "romantico" parlandoci delle usanze dei pastori, di curiosità circa il loro stile di vita e soprattutto riportando i testi di canti tradizionali eseguiti con l'accompagnamento della zampogna e della ciaramella. La transumanza assume così la connotazione di un mondo nel quale le ragioni della sopravvivenza ispirano una poesia semplice e pura, espressione di gioie e tristezze, di amori sbocciati in cammino o rimasti a casa ad attendere il ritorno dell'amato. 
Mentre il ricordo ricostruisce il passato, però, è necessario che lo sguardo sia già rivolto avanti, al futuro. Il destino dei tratturi e di chi li percorre è legato alla capacità di trasmettere taluni valori alla società contemporanea, valori come l'accoglienza, la tolleranza, l'aiuto reciproco, la fedeltà alle proprie scelte, il rispetto della natura. Le strategie del turismo possono essere ottime alleate a patto che non tradiscano il "sistema transumanza", cioè un modello di gestione delle risorse a basso impatto ambientale. 
Il volume è corredato di versi e disegni dell'autore.
Pierluigi De Santis, oltre a dedicarsi con passione all'attività di scrittore, collabora con una rivista online che si occupa di ambiente, territorio ed energie rinnovabili.

venerdì 28 aprile 2017

L'IMPERO ROMANO A LUCERA: L'ANFITEATRO DI MARCO VECILIO

Cari Amici,
come vi ho accennato nell'introduzione al nostro itinerario lucerino, per motivi di tempo e di orari non sono riuscita, nella stessa giornata, a completare la visita di tutti i principali monumenti cittadini. Siccome però la fortuna aiuta non solo i cuori allegri ma anche gli animi volenterosi, una settimana dopo ho avuto la possibilità di tornare sul posto e di conoscere anche l'anfiteatro augusteo. Ci tengo a dirvi che il sito è stato invaso dai turisti durante le Giornate di Primavera FAI di quest'anno e che faremmo bene a valorizzarlo di più dato che è lì a testimoniarci un altro grande periodo storico vissuto dalla città: quello della Roma imperiale.
Lucera (FG)

mercoledì 26 aprile 2017

LA FORTEZZA DELL'IMPERATORE

Cari Amici,
dopo la pausa pasquale, torno da voi per accompagnarvi lungo le strade di Lucera e continuare a raccontarvi la storia affascinante di questa città, una delle più federiciane della regione. Finora ho menzionato spesso saraceni, musulmani, moschee, harem: adesso è giunto il momento di capire come tali personaggi siano arrivati qui e abbiano in pratica preso possesso del territorio. Lo faremo dando due passi nella fortezza svevo-angioina, appositamente concepita da Federico II per mantenere sotto controllo i "deportati". 
Lucera (FG)

mercoledì 12 aprile 2017

UN THRILLER APPASSIONANTE PER TURISTI ARDIMENTOSI

Cari Amici,
Procida - Il mistero del Venerdì Santo di Antonio Sobrio
nel pieno della Settimana Santa, più che raccontarvi una delle mie peregrinazioni, voglio per la prima volta consigliarvi un libro. Eh sì, perché anche i libri possono condurci alla scoperta di posti favolosi e non mi riferisco necessariamente alle tradizionali guide, ma a romanzi, racconti e persino raccolte di poesie.
Per iniziare, ho scelto per voi Procida - Il mistero di Venerdì Santo (New Media Edizioni, 2016), il tourist thriller del procidano Antonio Sobrio. L'autore, educatore professionista e con già una bella esperienza editoriale alle spalle, si interessa in modo particolare alle tematiche ambientali e animaliste e tale aspetto influenza non di rado la sua scrittura.
C'è un po' di tutto in questa sua opera che piacerà agli esploratori, agli amanti del brivido e pure agli ecologisti. Lo scrittore, infatti, oltre a tessere la trama del racconto, descrive luoghi e usanze nell'intento, dichiarato, di far conoscere la sua isola e di tracciare un percorso turistico rispettoso del territorio.
La vicenda si svolge tra il Giovedì e il Venerdì Santo. Mentre sull'isola fervono gli ultimi preparativi per la Processione dei Misteri, in uno dei tendoni-officina allestiti a Terra Murata si consuma un efferato delitto. Ciro Lubrano, caposquadra del Mistero intitolato "Il sacrificio dell'agnello", dopo un'accesa discussione accoltella, uccidendolo, Antonio "l'animalista", vegano e difensore dei diritti degli animali. A scatenare la lite è l'improvvisa decisione di Ciro di utilizzare nella scenografia del Mistero un agnello morto invece di uno sedato come prevedevano i patti. Gli unici testimoni dell'uccisione sono i collaboratori di Ciro e, da una piccola casa a Marina di Corricella, quattro amici della vittima che, poche ore prima, avevano piazzato per gioco una microspia sulla base dell'installazione e si sono ritrovati ad ascoltare l'agghiacciante sequenza di parole e di urla.
Per non compromettere la partecipazione al corteo, si decide di occultare il cadavere e simulare la misteriosa scomparsa di Antonio. I suoi amici però, per niente disposti a rassegnarsi, partono alla sua ricerca setacciando l'isola da un capo all'altro.
Il concitato tour di Procida segue il tragitto dei Misteri e di tanto in tanto si concede qualche divagazione logistica. Piazza dei Martiri, Terra Murata, Marina di Corricella, Punta Lingua, Casale Vascello, Salita San Rocco, Callìa, Marina di Chiaiolella e l'isolotto di Vivara compaiono uno a uno assieme ai set naturali dei film di successo qui girati, ai Giardini di Elsa dove la Morante diede alla luce L'isola di Arturo, alla Casa di Graziella, dimora della sfortunata protagonista dell'omonimo romanzo di Alphonse de Lamartine. Le indagini conducono Nico, Saverio, Federico e Juana fino all'ex carcere di Palazzo d'Avalos e all'Abbazia di San Michele, dei quali Sobrio fornisce dettagli e aneddoti inquietanti.
Naturalmente non vi svelerò come il caso va a finire, ma vi segnalo un'interessante iniziativa, nata da un'idea di Antonio Sobrio, che avrà luogo domani sull'isola. Si chiama "Dalle pagine ai luoghi di Procida" e coinvolgerà gli scrittori locali che accompagneranno i turisti nei siti di cui hanno parlato nei loro libri.  L'evento è in collaborazione con New Media Edizioni e ha il patrocinio morale del Comune di Procida. Un'occasione da non perdere per entrare nel vivo del mistero, in tutti i sensi...


martedì 4 aprile 2017

UN AVVINCENTE MALINTESO ARTISTICO

Cari Amici,
dopo la piacevole sosta in Piazza Duomo direi di esplorare Lucera antica, continuando sempre sulla linea del sacro. Numerose chiese abbelliscono il centro storico e il motivo di tanta abbondanza è che con la cacciata definitiva dei saraceni da parte di Carlo II d'Angiò, il 15 agosto 1300, la rinascita della città avvenne soprattutto attraverso la riaffermazione delle radici cristiane. A partire dai primissimi anni del XIV secolo, furono edificate la Cattedrale di Santa Maria Assunta (dedicazione non casuale), la Chiesa di San Francesco (ora anche santuario di San Francesco Antonio Fasani), la Chiesa di San Domenico sulle ceneri di alcuni edifici arabi e la Chiesa di Sant'Antonio Abate dalla caratteristica cupola maiolicata, unica sopravvissuta di un precedente harem di Federico II. In una di queste è custodita una tela un po' particolare.
Lucera (FG)