lunedì 8 luglio 2013

DELLE POLICROMIE DEL SUBLIME E DI ALTRE ARCHEOLOGICHE BELLEZZE

Cari Amici,

il viaggio è davvero come la vita: andare è sempre meglio che non andare, specialmente quando in un cammino se ne nasconde un altro a sorpresa. Basta una piccola deviazione infatti e subito possono dischiudersi scenari nuovi e interessanti. Puglia settentrionale, provincia di Foggia, territorio della Daunia, città di Ascoli Satriano. Teresita e la sua amica Paola, di ritorno da un posto di cui presto vi sarà raccontato, si sono ritrovate qui e hanno visitato lo splendido Polo Museale.
Museo di Ascoli Satriano
L'antica Ausculum era compresa nel vasto insediamento dei Dauni che dal fiume Carapelle si estendeva fino ad alcune alture. La più elevata, la collina del Serpente, era sede di dimore aristocratiche e vista come una sorta di acropoli. Popolo ricco quello dei Dauni, amante del lusso e dai gusti ricercati. Tra il IX e il II secolo a.C. diede vita a una sontuosa civiltà le cui testimonianze sopravvivono ancora oggi a nord della Puglia e in Basilicata. Tombe e ville hanno restituito oggetti che fanno a dir poco rabbrividire per la loro bellezza ed eleganza.
Museo di Ascoli Satriano
Il complesso museale di Ascoli Satriano ospita il Museo Archeologico "Pasquale Rosario" e il Museo Diocesano. Presso il Museo Archeologico si possono ammirare diversi materiali provenienti dai corredi funebri delle famose tombe dette "della Principessa", "delle Coppe di Vetro" e "dell'Askòs Canosino", tutte situate in quello che oggi è il Parco Archeologico dei Dauni. Notevole è anche una statua di Apollo raffigurato sotto le sembianze di un giovinetto. Ma la meraviglia delle meraviglie è costituita sicuramente dalla collezione "Policromie del Sublime", marmi policromi al di là di ogni immaginazione.
Museo di Ascoli Satriano
Trapezophoros e podanipter. Paura, eh? Non temete, non si tratta né di mastodontici lucertoloni preistorici né di terrificanti mostri marini. Il primo è un sostegno per mensa a forma di due Grifi che azzannano un cervo. A differenza degli altri manufatti, ricavati dal marmo dell'isola greca di Paros, per questo è stato usato il marmo di Aphrodisias di Caria, nell'attuale Turchia. I Grifoni, come li si chiama da queste parti, hanno corpo di cane, zampe con grandi artigli felini, collo lungo e crestato, muso da uccello rapace e ali che sembrano una corolla srotolata. Le analisi hanno individuato tra i pigmenti utilizzati per la colorazione anche il rosso porpora, raro e costoso. Il secondo, invece, è un bacino rituale la cui vasca presenta la scena del trasporto delle armi forgiate da Efesto per Achille, su richiesta della madre Teti e delle sorelle. Purtroppo è visibile solo la Nereide che reca lo scudo.
I grifoni
Museo di Ascoli Satriano
Verso la fine degli anni Settanta, il ricercatore abusivo (in altri tempi l'avremmo chiamato tombarolo) Savino Berardi, insieme ad altri esperti colleghi, trafugò Grifoni, bacino e altri contenitori non si sa con esattezza da quale sepoltura e li consegnò al mercato clandestino dei reperti archeologici. Attraverso vari passaggi che coinvolsero trafficanti d'arte, studiosi, collezionisti e responsabili di sezioni museali, essi arrivano al Getty Museum di Malibu. Qui, nel 1985, Artur Houghton, curatore d'arte antica, scopre la loro provenienza illegale e da quel momento parte tutta una serie di indagini con scavi archivistici e processi. Nel 2007, finalmente, i marmi vengono restituiti all'Italia e dopo tre anni alla città di Ascoli Satriano. 
Museo di Ascoli SatrianoMuseo di Ascoli Satriano
Ora, siccome certe fortune non capitano tutti i giorni e prima che qualcuno restituisca qualcosa passano i decenni se non i secoli o addirittura  i millenni, direi che una visita al Museo e ai suoi capolavori non ci starebbe tanto male. Ancora una volta conto su di voi! 
Per credere ai vostri occhi, entrate qui e lasciate pure l'autografo:

MUSEO ARCHEOLOGICO CIVICO-DIOCESANO "PASQUALE ROSARIO"
ASCOLI SATRIANO (FG)











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